Dove ha inizio l'illusione...

Da qualche tempo va diffondendosi la bizzarra teoria secondo la quale la Terra non sarebbe uno sferoide in rotazione su se stesso ed orbitante attorno al sole, bensì un disco piatto ed immobile, coperto da una cupola di materiale ignoto. Il centro di questo disco sarebbe occupato dall'artico, mentre l'antartico rappresenterebbe uno smisurato anello di ghiaccio che ha la funzione di contenere le acque degli oceani.

Coloro che credono in questa teoria, i flat-earthers, sostengono che l'intera popolazione mondiale sia da sempre indottrinata da una elìte imperante che ci manipola attraverso le scuole, i mass media e, in special modo, la NASA che avrebbe il ruolo chiave di produrre finte missioni spaziali e finte immagini dello spazio. La Terra sferica sarebbe un inganno propinatoci fin da piccoli per non consentirci di conoscere la verità. Per corroborare il loro credo e per fare proseliti, da qualche tempo i flat-earthers stanno inondando internet di materiale multimediale che proverebbe, secondo quanto sostengono, la Terra piatta. Nonostante queste presunte prove siano campate in aria, riescono comunque a confondere ed a fare presa su molte persone che, per le ragioni più disparate, non sono equipaggiate con sufficienti conoscienze logico-matematiche utili a smascherare la truffa.

Sono convinto che nel movimento dei flat-earthers ci siano molte persone genuinamente convinte che la Terra sia piatta, ma risulta abbastanza evindente che a capo di questa faccenda ci sia qualcuno che ci sta lucrando.

NOVITA'!: Finalmente, un po' di restyling del blog! Adesso potrete accedere agli articoli pubblicati, attraverso la home page, semplicemente cliccando sulla icona relativa

domenica 17 novembre 2019

American Moon- Le Fasce di Van Allen


Continuiamo con l'analisi del documentario AMERICAN MOON di Massimo Mazzucco.
Purtroppo ultimamente ho avuto poco tempo da dedicare al blog, ma vi assicuro che gli articoli continueranno ad uscire, anche se con cadenza un po' dilatata.

Negli articoli precedenti, abbiamo affronato i tentativi un po' sconclusionati di refutare le evidenze a supporto degli allunaggi americani prodotte da vari debunker.

Oggi partiamo ad analizzare quelle che lo stesso Mazzucco definisce come PROVE CONTRO GLI ALLUNAGGI.


In diversi mi avete chiesto di continuare con l'analisi del documentario invece di passare alle domande pubblicate su LUOGO COMUNE.
Effettivamente, nel video ci sono molti più ragionamenti ed insinuazioni da chiarire di cui le domande  non sono altro che l'estrema sintesi. Quindi, esaminando il video, risponderò automaticamente anche alle domande.

Partiamo, quindi, con il primo argomento di questo nuovo capitolo, un classico tra i moonlandinghoaxers: affrontiamo la questione delle Fasce di Van Allen.

Allacciatevi le cinture, perché l'articolo è piuttosto lungo.

UNA PRECISAZIONE IMPORTANTE:
Parleremo, ovviamente, di radiazioni ed esistono svariate scale di misura delle radiazioni atomiche. In questo articolo mi limiterò a riportare solo le scale utilizzate negli articoli di Van Allen e nei report della NASA durante le missioni Apollo. Menzionerò principalmente il RAD senza rapportarmi ad altre unità di misura, evitando di introdurre elementi di confusione nella analisi.

Ricordiamo brevemente cosa sono le Fasce di Van Allen, da chi e come sono state scoperte:

Le Fasce di Van Allen sono degli anelli (toroidi) che circondano la Terra e che sono costituiti da particelle atomiche ad alta radioattività provenienti dal sole ed intrappolate dal campo magnetico terrestre. Generalmente, sono due, concentriche, e la loro intensità dipende generalmente dall'attività solare.


Nel documentario si ribadisce il fatto che tutte le missioni spaziali con equipaggio sono sempre state effettuate in orbita bassa eccezion fatta per le missioni Apollo.

Questo è vero se parliamo di equipaggio umano, ma abbiamo già sottolineato in precedenza il fatto che, il 14 settembre del 1968, i sovietici inviarono, con la ZOND 5, due testuggini ed altri esseri viventi  attraverso le fasce e che tornarono incolumi sulla Terra dopo un giro attorno alla luna.


Questo episodio viene sempre omesso dal giornalista. Come mai?
Possibile che, nelle sue ricerche, non abbia mai incontrato questa vicenda? 
Oppure stonava con la narrativa e quindi è finito nell'oblio?

Viene naturale pensare che se altri esseri viventi meno resistenti, diciamo così, dell'uomo sono sopravvissuti per ben due volte all'attraversamento delle fasce, forse queste non sono così invalicabili.

Ma, proseguiamo.

Le fasce vennero scoperte nel 1958 grazie alla sonda Explorer I, progettata dal fisico statunitense James Van Allen. Questa venne messa in un'orbita eccentrica attorno alla Terra che andava da una quota minima di 360 km ad una massima di 2500 km.



Mazzucco mette subito enfaticamente in evidenza la descrizione, da parte dello stesso scienziato, della lettura anomala dei rilevatori montati sulla sonda durante l'attraversamento delle fasce a causa della elevata radiazione.

Sì, ma quanto elevata?

Non sembra che, al giornalista, prema evidenziarlo. L'intenzione appare quella di impressionare lo spettatore facendogli credere di trovarsi di fronte a qualcosa di incontrollabile.

Le prime conclusioni sulla analisi dei dati provenienti dalla sonda furono pubblicate l'anno successivo dallo stesso Van Allen sulla rivista SCIENTIFIC AMERICAN, dal titolo Radiation Belts around the Earth (Cinture radioattive attorno alla Terra). (Link)

Dopo aver descritto l'esperimento e la qualità dei dati acquisiti, Van Allen da la sua valutazione sulla pericolosità delle fasce, speculando su possibili soluzioni per la riuscita di future missioni spaziali.

Di seguito, riporto le conclusioni del documento:

"Le nostre misurazioni mostrano che il livello massimio di radiazione ottenute nel 1958 è equivalente ad un valore tra i 10 ed i 100 roentgens per ora, dipendente dalla proporzione ancora indeterminata di protoni ed elettroni.  Poiché un essere umano esposto per due giorni ad anche 10 roentgen avrebbe solo un 50% di probabilità di sopravvivere, le cinture radioattive presentano, ovviamente, un ostacolo al volo spaziale.

Fintanto che non si troveranno soluzioni pratiche per schermare i viaggiatori spaziali dagli effetti delle radiazioni, è consigliabile che i razzi spaziali con equipaggio passino attraverso le zone prive di radiazione ai poli. Una eventuale "stazione spaziale" dovrà rimanere al disotto delle 400 miglia oppure oltre le 30.000 miglia dalla Terra. 
Al momento stiamo progettando un satellite per testare l'efficienza di diversi metodi di schermatura. Il livello di rischio per i viaggi spaziali può non terminare  anche dopo il superamento delle fasce terrestri.
Allo stato attuale di conoscenza, anche gli altri pianeti del sistema solare potrebbero avere campi magnetici comparabili a quello terrestre ed avere le proprie fasce. In ogni modo, la luna dovrebbe non averne, dal momento che il suo campo mangetico risulta flebile. Future sonde lunari ci forniranno maggiori informazioni su questo punto.".


Si tratta di una primissima analisi della natura delle fasce. Una esternazione a caldo, se così si può definire. Dal testo traspare una preoccupazione maggiormente dovuta alla conoscenza ancora limitata del fenomeno, piuttosto che dalla sua effettiva pericolosità. Di fatti, il documento rimanda ad ulteriori indagini di approfondimento per poter circostanziarne meglio il reale rischio per le future esplorazioni spaziali. Ci troviamo di fronte ad un cauto allarmismo dovuto, per l'appunto, ad una ancora scarsa conoscenza del fenomeno.

Nel 1961, James Van Allen pubblica un nuovo articolo intitolato THE DANGER ZONE -Earth is wrapped in deadly belts of radiation (LA ZONA PERICOLOSA - la Terra è avvolta da cinture radiattive mortali), frutto di nuove informazioni provenienti da nuovi lanci di sonde (Explorer IV, SputnikIII, Pioneer IV, LUNIK I) (Link)

Contrariamente all'altisonanza del titolo di questo documento, lo scienziato presenta una versione più blanda e ragionata della pericolosità delle fasce, dscrivendone la loro differente composizione e la diversa capacità di penetrazione delle radiazioni nelle due zone offrendo, questa volta, degli accorgimenti pratici per ridurre o evitare l'esposizione  per i futuri viaggi spaziali.



Riassumo brevemente le informazioni utili riportate nel documento (se volete leggere l'originale, lo trovate qui:

- La fasce hanno una composizione piuttosto differente: Quella interna è costituita prevalentemente da ioni di protoni mentre quella esterna è composta da soli ioni di elettroni.

- gli ioni di protoni hanno una capacità penetrativa molto più rilevante rispetto agli ioni di elettroni.

- E' stata osservata una esposizione pari a 20 roentgen/ora nel cuore della fascia interna e svariate volte questa quantità nel cuore della fascia esterna, nel caso di impiego di una schermatura ordinaria per la strumentazione.

- Il livello di attenuazione nella fascia interna dovuto ad una schermatura in piombo da 4 g\cm² è piuttosto basso, mentre abbiamo una riduzione di 500 volte, quindi molto efficace, con la stessa schermatura nella fascia esterna.

Van Allen fa molte altre osservazioni sulla quota delle stazioni spaziali e sulla risposta dei satelliti in orbita nelle varie fasce, e va nel dettaglio sulle missioni spaziali.

L'articolo si conclude con l'analisi dell'influenza del sole e sulla sua attività che agisce sul livello di carica radioattiva delle fasce.

E' vero, come viene riportato nel video, che Van Allen parla di impossibilità di realizzare schermature efficaci nei confronti della elevata permeabilità delle radiazioni provenienti dalle radiazioni protoniche nella fascia più interna, ma questa frase viene riportata fuori contesto.



La frase si riferisce alla ABITABILITA' della fascia più interna, ovvero la possibilità di realizzare stazioni permanenti nella parte a maggior intensità radioattiva. Non sta parlando di un transito veloce e decentrato di una missione verso la Luna. Di fatti, lo scienziato chiude il paragrafo con una considerazione: "Hence, the inner zone must be classified as an uninhabitable region of space as far as man is concerned" che, tradotto, significa: "Quindi, possiamo classificare la zona interna come REGIONE INABITABILE, secondo la prospettiva umana.

Perché Mazzucco estrapola frasi senza verificarne il contesto? 

Operazione molto simile viene fatta con un'altra frase del documento, messa in piena evidenza:


Questa bella frase virgolettata manca di una parolina molto importante all'inizio:

 "HENCE", che significa "QUINDI".


Perché questa semplice parolina è così importante?

Ma perché denuncia il fatto che la frase è la conclusione di un ragionamento.
NON VIVE DI VITA PROPRIA, come ce la presenta Mazzucco.

Vediamo di cosa stava parlando James Van Allen:


"Ma, anche se l'equipaggiamento meccanico ed elettronico  può operare all'interno delle aree ad elevata radiazione, un organismo vivente non può sopravvivere al danneggiamento di questo livello di radiazione. Quindi, tutti i tentativi di voli spaziali con equipaggio devono deviare nettamente da queste due fasce di radiazione fino a quando non saranno sviluppati mezzi di salvaguardia per gli astronauti."

A cosa si riferisce James Van Allen? Ma sempre alla possibilità di lavorare ed operare nelle zone a più alta intensità radioattiva, nel cuore delle fasce. Questo non ha niente a che fare con quello che è avvenuto con le missioni Apollo.

Abbiamo visto due frasi estrapolate dal documento e sradicate dal loro contesto ma, se uno legge per bene l'articolo, lo scienziato non sottolinea affatto l'impraticabilità delle fasce. Anzi, suggerisce chiaramente modi pratici ed operativi per evitare le zone a più alta radiazione.

Vediamo cosa dice James Van Allen in un'atra parte dell'articolo:

"La sonda Pioneer IV ha attraversato le fasce in 6 ore, di cui 2 ore trascorse nella fascia ad alta intensità, subendo una radiazione complessiva di 10 roentgen con una schermatura leggera di 1g/cm².
Ma questa esposizione è riducibile attraverso una traiettoria che evita di passare attraverso la fascia più interna e questo è piuttosto facile. Evitare la fascia più esterna è molto più difficile, ma ci sono "coni di fuga" verso i poli magnetici che permettono di ridurre l'impatto, anche se l'entità di queste zone non sono ancora state studiate approfonditamente."

Come mai, Mazzucco non riporta questo nel suo documentario?

Mi sembra più che evidente che ci sia stata una pesante operazione di cherry picking da parte di del giornalista sulla documentazione prodotta da James Van Allen, riportando frasi fuori contesto che risultavano allarmistiche ed evitando pedissequamente di menzionare le soluzioni operative suggerite dallo scienziato. E' chiaro che se uno non si va a leggere questi documenti rimanendo alla "sintesi" di Mazzucco, non può che farsi l'idea dell'impossibilità di superare le fasce, cosa assolutamente falsa.

Il documentario continua con diversi spezzoni, tutti rivolti ad enfatizzare la pericolosità delle fasce e l'impossibilità di attraversarle, nonostante le soluzioni proposte dallo stesso scienziato ed adottate dalla NASA siano ben note.


Qual è, quindi, il senso unico imboccato dal documentario di Mazzucco riguardo al problema "Fasce di Van Allen" e che lo porta a sostenere che sia un problema insormontabile?

Non è difficile da capire.

Il giornalista martella sulla pericolosità delle fasce, sulla necessità di dotarsi di adeguate protezioni e sulla arretratezza tecnico scientifica nel realizzare tali schermature.
Quindi, le fasce non possono essere superate.

Ma questo significa insistere con una idea precostituita mettendo il paraocchi, non significa fare una indagine giornalistica in cerca della verità.

Come abbiamo visto, la risposta al problema è contenuta nella stessa documentazione prodotta da James Van Allen ed è quella che è stata adottata dalla NASA, ovvero evitare per quanto possibile le fasce, specialmente quella interna.
Quindi tutto questo ribadire la necessità di imponenti schermature per passare nel bel mezzo delle fasce non ha veramente alcun senso.

Perché è così difficile accettare questo approccio? 

Perché Mazzucco deve vestire la sua tesi precostituita. Questo è uno dei problemi che attanaglia l'atteggiamento complottista, ovvero quello di cercare unicamente evidenze che sembrino corroborare la propria tesi, facendo finta che non ci siano altre spiegazioni o risposte adeguate. 
La NASA seguì le indicazioni dello scienziato riportate in queste descrizioni, studiando delle traiettorie che evitassero il più possibile le fasce tenendo conto che le navicelle non erano dotate di particolari schermature. E' stato detto e ripetuto. Non è un mistero.
Di seguito, riporto una immagine che descrive la traiettoria di fuga tipo percorsa dalle  navette americane per evitare le zone delle fasce a più alta intensità. La linea curva rappresenta una traiettoria tipo utilizzata durante le missioni Apollo per aggirare le fasce.



In tutto questo discorso, esiste un altro aspetto di cui Mazzucco ed i vari complottisti non tengono minimamente conto e che mi sembra utile sottolineare:
La pericolosità delle radiazioni è un dato che è funzione del TEMPO DI ESPOSIZIONE, quindi DIPENDE DAL TEMPO DI ATTRAVERSAMENTO DELLE FASCE.

Per capirci: Con un attraversamento veloce, abbiamo un dosaggio finale molto meno elevato rispetto ad un attraversamento lento, perché la duata di esposizione è più corta.

Le missioni Apollo, oltre a passare marginalmente per le fasce di Van Allen, lo fecero anche in maniera relativamente veloce, aggirando la zona radioattiva in quasi due ore.

Questo comporta un ridotto tempo di esposizione, quindi una riduzione complessiva di esposizione alla radiazione.

Facciamo un esempio pratico con un calcolo:
____________________________________________________________________

Riporto un passaggio rettilineo attraverso le fasce, ripreso da un esercizio esplicativo della NASA.

Badate bene: questo attraversamento rettilineo non ha nulla a che fare con quelli effettuati dalle missioni Apollo, che furono molto più marginali, come avete visto nella immagine precedente.

L'esercizio che andremo ad eseguire serve a capire la dose di radiazioni assorbita in base alla durata del transito,  al fine di valutare la pericolosità dell'esposizione.


Tenuto conto che una dose di radiazioni significativa ma non letale per l'essere umano si aggira intorno ai 200 Rad complessivi, facciamo un calcolo per capire quante radiazioni vengono assorbite passando attraverso le fasce, considerando una velocità di attraversamento di 25000 km/ora, pari a quella delle missioni Apollo, senza considerare alcun tipo di schermatura. Anche qui, non stiamo passando per il cuore delle fasce :

L'immagine riporta i colori di intensità radioattiva per le due fasce.
Nello specifico ed in ordine di intensità:

Blue          = 0.0001 Rad/sec
Verde        = 0.001   Rad/sec
Giallo        = 0.005   Rad/sec
Arancione = 0.01     Rad/sec
Rosso        = 0.05     Rad/sec

Vediamo il tempo di attraversamento delle varie zone e calcoliamo la dose di radiazione accumulata.
Per ogni fascia indichiamo la lunghezza complessiva usando proporzioni del raggio terrestre che divideremo per la velocità ottenendo il tempo di attraversamento:
Blu:               (1.8 x 6378)/25000 x (60minuti) =   27.6 minuti
Giallo:           (1.4 x 6378)/25000 x (60minuti) =   21.4 minuti
Arancione:    (1.0 x 6378)/25000 x (60minuti) =   15.3 minuti
Verde:         (0.25 x 6378)/25000 x (60minuti) =     3.8 minuti
Rosso:         ------------------------------------------       0.0 minuti
____________________________________________________________

TEMPO DI TRANSITO TOTALE                       =   68.1 minuti

1 ora ed 8 minuti

Possiamo calcolare la radiazione relativa a questo transito:

Blu :             27.6 x 0.0001 x (60 secondi)  =   0.17 Rad
Giallo:          21.4 x 0.005   x (60 secondi)  =   6.42 Rad
Arancione:   15.3 x 0.01     x (60 secondi)  =   9.18 Rad
Verde:            3.8 x 0.001   x (60 secondi)  =   0.23 Rad
________________________________________________________

DOSE RADIAZIONI TOTALE                      = 16.00 Rad

Abbiamo ottenuto un valore che è di molto inferiore rispetto a quello che vi ho indicato all'inizio di 200 Rad che poteva rappresentare una soglia di pericolo.

Bene, il dosaggio misurato sugli astronauti durante tutte le missioni fu ancora più basso, tenuto conto che la fascia più interna (quella più difficile da schermare), venne completamente evitata, mentre il passaggio attraverso quella esterna fu più marginale e, come abbiamo già detto, essendo composta esclusivamente da ioni di elettroni, era di più facile schermatura con una riduzione degli effetti di circa 500 volte.

Riporto i valori delle dosi misurate durante le missioni tratte dal documento ufficiale relativo proprio all'esposizione degli astrunauti alle radiazioni:


Riguardo alle traiettorie marginali seguite dalle missioni Apollo indicate dalla NASA e riportate dai vari debunker, Mazzucco ha qualcosa da obiettare, sostenendo che è la stessa NASA a smentirsi.

Il giornalista riporta, ad esempio, un paragrafo del report della missione Apollo 14 (pagine 10-12 e 10-13) in cui si dice che la missione è passata nel cuore delle fasce. (Link)



Mi spiace dirlo, ma questa è disonestà intellettuale bella e buona.

La pretesa di prendere una retta e spararla in mezzo alle fasce pensando che rappresenti la descrizione di quanto viene detto nel report è ingenuamente ridicola. Dalla descrizione non si evince attraverso quali zone delle fasce il modulo sia passato.
L'affermazione secondo la quale la missione avrebbe attraversato il "cuore delle fasce" è del tutto generica.  Può tranquillamente darsi che si sia optato di aggirare la fascia interna e passare più internamente rispetto a quella esterna, facilmente più schermabile.

Ma la cosa peggiore è che Mazzucco ribadisce il brutto vizio di riportare frasi fuori contesto per stravolgerne il senso.

Tale paragrafo esiste proprio perché la missione dell'Apollo 14 costituisce una ECCEZIONE in termini di traiettorie rispetto alle altre ed è stato inserito nel documento allo scopo specifico di spiegare le ragioni di un dosaggio più elevato (fino a 7 volte più elevato rispetto al dosaggio dell'Apollo 11). La frase riportata, non vive di vita propria, ma costituisce una delle motivazioni di questa eccezionalità.

Leggiamo cosa dice il report:

"La dose di radiazione per ciascun membro dell'equipaggio è stata approssimativamente di 1.15 rad sulla pelle e 0.6 rad ad una profondità di 5 centimetri di tessuto. Queste dosi sono le più ampie osservate in ogni missione Apollo. In ogni modo, sono ben al di sotto della soglia che necessiti di una attenzione medica. Le magnitudini delle dosi di radiazione sono state, a quanto pare, il risultato di due fattori: (1) La traiettoria dell'iniezione translunare era più vicina al piano dell'equatore geomagnetico rispetto alle missioni precedenti e, quindi, la navetta spaziale ha viaggiato attraverso il cuore delle fasce di radiazioni intrappolate. (2) La radiazione di fondo era più grande prima d'ora sperimentata. L'intera spettroscopia gamma sull'intero corpo è stata eseguita dopo il volo sull'equipaggio e non ha indicato alcuna radioattività indotta dai raggi cosmici."

Insomma, una ennesima forzatura doppiamente commendevole, per speciosità e genericità.
Non contento dei risultati sui dosaggi dei report delle missioni Apollo, Mazzucco torna a citare gli scritti di James Van Allen:

Abbiamo capito oramai, dove sta l'imbroglio da parte di Mazzucco nel citare il fisico americano.

Arrivati a questo punto, dopo aver letto attentamente e compreso i documenti prodotti da James Van Allen, dovremmo aver chiaro cosa scrive in questi due articoli:

il fisico statunitense non sostiene affatto che le fasce siano un problema insormontabile. Dice solo di evitare di passarci nel bel mezzo, soprattutto se non si hanno schermature particolari. Quindi, riportare frasi in cui bisogna schermarsi per passarci attraverso è pretestuoso.

Il pensiero di Van Allen è ulteriormente chiarito da due documenti del 2003 e 2004:

- Una richiesta rivolta a James Van Allen da parte del signor Lambert di chiarire esplicitamente la sua posizione sulla questione

- Una lettera inviata allo scienziato da parte di Jay Windley (autore del sito web Clavius), sulla quale Van Allen da una conferma firmata.

Vediamo cosa dicono.


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Prima lettera:



Traduco:


La richiesta:

Questa è la mia domanda per lei, Professor Van Allen. Ho letto che lei ha "denunciato" le affermazioni dei cospirazionisti per i quali le radiazioni nelle fasce di Van Allen avrebbero ucciso gli astronauti.
Ho anche letto delle sue frasi sulla totale insensatezza dello speciale della Fox. Potrebbe, cortesemente, indicarmi fonti stampate o siti web dove lei sia stato estensivamente quotato? Se ne è a conoscenza e, se non disturbo troppo, mi piacerebbe che lei replicasse in maniera coincisa sul soggetto. In tutti i miei recenti studi sulle teorie cospirazioniste lunari, la pietra angolare di tutte le argomentazioni appare la radiazione che renderebbe impossibile il viaggio spaziale interplanetario. Credo che non ci sia persona meglio qualificata di lei per smontare questa assurda idea (e che possa essere presa seriamente). Ci saranno naturalmente dei cospirazionisti che diranno che lei stesso partecipa ad una cospirazione, ma non possiamo di certo sperare di convincerli.


Risposta del Professor Van Allen:

Caro Signor Lambert,

In risposta alla sua lettera, le mando la seguente copia di una risposta che scrissi ad un'altra richiesta circa due mesi fa--

* Le fasce radiattive della Terra pongono davvero dei limiti sulla sicurezza del volo spaziale umano.

* I protoni ad elevata carica energetica (da 10 a 100 MeV) nella cintura radioattiva interna sono le più pericolose e le più difficili da schermare. Nello specifico, voli prolungati (ad esempio, quelli di durate di diversi mesi) con umani ed altri animali in orbita terrestre devono essere condotti ad altitudini inveriori alle 250 miglia, allo scopo di evitare esposizioni significative alle radiazioni.

*Una persona nella cabina di uno space shuttle in orbita circolare equatoriale nella regione più intensa della cintura più interna, ad una altitudine di circa 1000 miglia, sarebbe soggetta ad un dosaggio radiattivo fatale in circa una settimana.

*Detto questo, le traiettorie di uscita e rientro delle navette Apollo tagliarono attraverso zone marginali della cintura interna e, a causa della loro alta velocità, impiegarono solo circa 15 minuti ad attraversare tale regione e meno di due ore per attraversare lacintura esterna con una radiazione molto meno penetrante. L'esposizione finale risultante per l'intero viaggio di andata e ritorno fu minore dell'1% del dosaggio letale. - un rischio molto piccolo tra altri molto più seri di tali viaggi. Feci queste stime all'inizio degli anni '60 e quindi informai gli ingegneri della NASA che stavano pianificando i viaggi Apollo. Queste stime sono ancora valide.

*Il recente programma televisivo della FOX, che ho visto, rappresenta un assemblaggio ingenuo e di puro intrattenimento senza senso. L'affermazione secondo la quale l'esposizione alle radiazioni durante le missioni Apollo sarebbe stata letale per gli astronauti è solo un esempio di tale assurdità.

James A. Van Allen

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Seconda lettera:


Traduco:

Caro Dottor Van Allen,
Sono un ingegnere che ha assemblato un sito web http://www.clavius.org che risponde alle assurde affermazioni per le quali le missioni Apollo verso la luna erano un imbroglio. Come lei ben sa, una di queste affermazioni sostiene che gli astronauti non potevano attraversare incolumi le fasce di Van Allen, come fecero gli astronauti dell'Apollo. Pressappoco un anno fa, mi è stata passata una lettera  che lei aveva scritto a qualcun altro nella quale dichiarava, tra le tante cose,"Il recente programma televisivo della FOX, che ho visto, rappresenta un assemblaggio ingenuo e di puro intrattenimento senza senso. L'affermazione secondo la quale l'esposizione alle radiazioni durante le missioni Apollo sarebbe stata letale per gli astronauti è solo un esempio di tale assurdità.".
Non ho alcuna ragione di dubitare sulla mia fonte originale, anche se rimpiango di aver smarrito la mia copia della sua lettera a lui. Poiché il virgolettato, che riproduco sul mio sito, è stato rpodotto, a sua volta, da qualcun altro, mi trovo nella posizione sconfortevole di non poter sostanziare questa fonte con autorità.

Un momento del suo tempo per confermare il quotato di cui sopra allieverebbe la mia preoccupazione. Chiaramente, chiunque abbia famigliarità con la scienza spaziale può confermare che la fasce di Van Allen non rappresentano un impedimento per le missioni Apollo, ma risulta importante per i miei lettori che un ricercatore della sua statura abbia risposto assertivamente a questa questione.

Grazie per la sua attenzione.

Il Dottor James Van Allen scrive di suo pugno sulla lettera, apponendo la sua firma:
Questa è una citazione assolutamente corretta dalla mia lettera.

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Insomma, non ci sono dubbi sul come la pensasse lo scienziato americano sulla possibilità di superare le fasce da parte delle missioni Apollo.

Ma, vediamo quali altre cosi ha da dirci, Mazzucco, sulle fasce di Van Allen.

Viene riportata una dichiarazione del cosmonauta russo Boris Volinov, anche questo regolarmente preso fuori contesto, in cui dichiara la posizione dell'Unione Sovietica nei confronti dell'esposizione alle radiazioni cosmiche:



 Ma qui si parla di radiazioni in genere, non delle fasce di Van Allen ed il fatto che i russi non avessero idea dell'effetto delle radiazioni e della permeabilità attraverso le pareti delle particelle dipende dal fatto che si trovavano molto indietro rispetto agli americani che, invece, avevano già mandato diverse navette senza equipaggio, attraverso le fasce ed attorno alla luna, misurando la dose di radiazioni.

Grazie agli accorgimenti sulle traiettorie proposte da James Van Allen, la NASA aveva assolutamente superato il problema delle fasce di Van Allen ed era molto più preoccupata dell'esposizione alla radiazione solare una volta superate le fasce. Questa attenzione si evince sempre nel documento APOLLO EXPERIENCE REPORT - PROTECTION AGAINST RADIATION del 1973 (lo stesso dove vengono riportati idosaggi), in cui viene presentato un grafico in cui è presentata la stima dell'intero dosaggio alle quali le missioni sarebbero state esposte, mettendo una particolare enfasi sulle radiazioni ad alta energia alle quali gli astronauti sarebbero stati esposti dopo il superamento delle fasce.



Quindi, le affermazioni inserite nel video, secondo le quali il problema delle radiazioni sembrò magicamente scomparire al momento del primo invio di astronauti oltre le fasce, è assolutamente risibile.
La NASA aveva ben chiaro quale fosse il dosaggio, con ragionevoli margini di errore, al quale gli astronauti sarebbero stati esposti. Non aveva alcun senso mandare delle scimmie, come suggerisce il giornalista, per studiare l'impatto delle radiazioni sugli esseri umani.

Ovviamente, secondo la linea già seguita nel documentario, si torna ad insistere sulla mancanza di protezioni nei confronti delle radiazioni e sullo spessore delle pareti, più sottili del normale (che poi, bisognerebbe capire cosa significa). Ma, su questo, abbiamo già argomentato in maniera esaustiva.

Veniamo alla questione successiva che, personalmente, trovo particolarmente assurda:
Gli astronauti delle missioni Apollo sembrano non preoccuparsi delle radiazioni.


Esattamente, di che cosa avrebbero dovuto parlare gli astronauti dell'Apollo 8, secondo il giornalista, durante il primo contatto a metà strada tra la Terra e la luna? Delle fasce di Van Allen?
Ma non scherziamo. 

Quello della esposizione alle radiazioni non era un problema che gli astronauti potevano controllare e risolvere ma, bensì, un vincolo di progettazione e pianificazione delle missioni da parte degli scienziati della NASA.  Quindi, non aveva alcun senso che gli astronauti se ne preoccupassero.

Sebbene le radiazioni rappresentassero un rischio per la salute degli astronauti, questi non avrebbero comunque potuto mettere in atto alcun tipo di attività che permettesse loro di mitigare una esposizione non preventivata. Quindi, la loro preoccupazione poteva essere unicamente quella di arrivare sul suolo lunare e tornare sulla Terra sani e salvi.

La stessa assurda meraviglia si presenta qualche istante dopo, quando viene sottolineata la assenza di informazioni relative al passaggio attraverso le fasce nel report conclusivo della missione.



Dopo quanto già esposto, capite da voi quanto risulti fasulla questa frase.
 
Lo scopo del report era quello di descrivere tecnicamente dettagli ed operazioni eseguite durante la missione. Il problema delle Fasce di Van Allen riguardava la pianificazione delle missioni, non costituiva un dettaglio che potesse avere alcun tipo di rilevanza in un report sull'andamento della missione. Inutile ribadire che i pericoli preannunciati da Van Allen furono assolutamente presi in considerazione per tale pianificazione.

In conclusione, Mazzucco si domanda, in maniera un po' sarcastica:
Come mai le fasce continuano a rappresentare un problema per le future missioni, se i problemi sono stati già brillantemente risolti?

Al riguardo, ci mostra un filmato in cui Kelly Smith, un giovane ingegnere della NASA, illustra la pericolosità delle fasce e lo studio di schermature che permetteranno alle future missioni Orion di poterci passare attraverso.


Notate niente di strano nel disegno che sta facendo Kelly?

Sta tracciando una traiettoria che evita le fasce di Van Allen, oppure un'orbita che ci finisce proprio nel mezzo?

Io, adesso, non conosco quali siano i piani per le orbite e traiettorie delle missioni Orion, ma mi sembra abbastanza chiaro che, dalla descrizione fatta e dalle linee tracciate, non ci sia proprio l'intento di evitare le fasce, ma addirittura di orbitarci nel mezzo. Questo apre problematiche e scenari completamente diversi rispetto a quelli delle missioni Apollo.

Le missioni Orion hanno una prospettiva del tutto differente rispetto a quelle del passato. Costituiscono un cambio progressivo degli obiettivi da raggiungere, che partono dalla luna ed arrivano fino a Marte con mesi, se non anni di viaggio nel sistema solare con esposizione a raggi cosmici ed assenza di gravità perdurante. Riuscire ad orbitare nella zona ad alta radiazione delle fasce di Van Allen costituisce quasi un test di prova per schermature che dovranno proteggere da radiazioni ben più penetranti.

La conclusione che traccia Mazzucco alla luce delle informazioni arbitrarie fornite durante la sua disamina è che, in sostanza, il problema legato alla pericolosità delle fasce sia stato negato esclusivamente per mettere in piedi l'imbroglio delle missioni Apollo.


Spero che abbiate capito che non è affatto così. Le fasce erano e sono sempre state pericolose. Ciò che è cambiato è l'approccio con il quale viene affrontato questo pericolo:

O si cerca di evitarle, come fecero le missioni Apollo, oppure si creano schermature adeguate, come intende fare la NASA per le future missioni Orion.

Cosa possiamo dire al riguardo del commento sulle affermazioni degli astronauti moderni che, secondo Mazzucco, dicono curiosamente che, al momento, non siamo in grado di andare oltre l'orbita bassa?



Mi spiace dirlo, ma qui siamo allo stesso livello logico dei terrapiattisti che, con una interpretazione distorta di queste affermazioni, hanno letteralmente imbrattato la rete.

Ma se l'astronauta dice che AL MOMENTO non ci sono mezzi per andare oltre l'orbita bassa, vuol dire che nessuno ci è mai andato? 

Oppure significa che, in questo particolare momento storico, non ci sono missioni con vettori progettati per raggiungere obiettivi oltre l'orbita bassa?

Siamo ad una analisi logica del significato di una frase la cui difficoltà si risolve alle medie e trovo questo piuttosto imbarazzante da parte di una persona che si vanta di essere un giornalista investigativo.

Chiudiamo questa carrellata con l'intervista ad Alan Bean, astronauta della missione Apollo 12 che, in un attimo di confusione, dimostra di non sapere dove si trovano le fasce di Van Allen e nemmeno di averle attraversate.

E' così strano, come dichiara la voce narrante nel documentario, che Bean non sappia? Oppure, in questo caso, sta avendo un momento di sincerità lasciando trapelare di non aver mai attraversato le fasce di Van Allen?


Io penso proprio che non ci sia nulla di strano.

Come già detto, le fasce di Van Allen non erano una preoccupazione degli astronauti. Erano un problema di pianificazione delle traiettorie delle missioni. Gli astronauti avevano altro a cui pensare durante le missioni e probabilmente non gli balenò nemmeno nella testa il fatto che stavano superando, anche se marginalmente, le fasce.
Oltretutto, come tutti sappiamo, le radiazioni sono assolutamente invisibili. Sicuramente gli astronauti non ebbero alcuna riscontro percettivo delle radiazioni nel mentre le stavano superando.
Quindi, quello delle fasce non poteva che essere un ricordo sbiadito di scarsissima importanza nella mente di Alan Bean durante l'intervista rilasciata a Siebel.

Bene, anzi, male.
Perché per riuscire a mettere in fila tutte le questioni ed a chiarirle, ci vuole molto tempo.
Perché è molto più facile fare accuse vaghe e generiche estrapolando frasi da documenti, decontestualizzandole e stravolgendone il senso, che spiegare le cose puntualmente e con argomentazioni che si reggono in piedi.

Con la questione Fasce di Van Allen, Mazzucco ha piazzato la cosiddetta MONTAGNA DI MERDA, capace di covincere persone poco avvezze all'analisi critica ed all'approfondimento e difficile da evacuare.

Se siete arrivati sani e salvi alla fine di questo articolo, vi faccio i complimenti.
Ci vediamo al prossimo capitolo.


10 commenti:

  1. Ciao. Ci voleva proprio il tuo lungo e circostanziato articolo, perchè così, nelle consuete occasioni in cui i nostri "amici" riprenderanno, (come fanno da sempre) il mantra dell'insuperabilità delle fasce, avrò pronto un po' di materiale per una rapida e comoda risposta a disposizione. Grazie.

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    1. Devo dire che è stato un articolo abbastanza impegnativo.
      Mazzucco ne dice veramente tante e senza alcun tipo di approfondimento.
      Rimettere in fila le cose è piuttosto complesso.

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    2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    3. Splendido articolo, puntuale, preciso, chiaro. Ogni volta rimango colpito dalla tua capacità di rendere semplici argomenti complessi.

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    1. Sei stato veramente in gamba, hai affrontato l'argomento nel modo corretto, ossia spiegare cosa sono le fasce di Van Allen e soprattutto, mettere in evidenza che Mazzucco è assolutamente in malafade, utilizza il taglia e cuci per costruire la sua verità da dare in pasto alla paranoia dei complottisti, la ciliegina sulla torta che lo tradisce è l'intervista alla Cristoforetti, cavallo di battaglia terrapiattista, da cui prende le distanze nei contenuti ma NON nei metodi.
      Giusto per completezza, c'è un articolo sempre di Vnn Allen quando era professore all'università di Iowa che conferma ciò che dici http://www-pw.physics.uiowa.edu/ProfVanAllen/1981_RadiationBeltsOfTheEarth_AirAndSpace.pdf
      Per i complottisti le lettere sarebbero false ...

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  3. Ottimo articolo, però Mazzucco è più bravo nel rilevare le dissonanze di illuminazione, in sostanza tutte le luci sono sballate e potrebbero essere spiegate soltanto ammettendo l'utilizzo di luci da set. E mi sa che questa è la vera, tra le poche, prova che l'allunaggio o parte di esso è stato girato in uno studio. La stessa cosa del resto riguarderebbe molte contestate e successive missioni spaziali. Il presunto complottismo che vede Kubrick alla regia, non è tanto peregrino, visto che lui girava nel 1968 2001: Odissea nello spazio e le immagini sono identiche. In più c'è un film, Shining, disseminato di strani indizi che fanno riferimento alla prima missione spaziale sulla Luna. E Kubrick non era tanto il tipo di mettere elementi a casaccio nei suoi film...

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    1. Nessuna dissonanza. L'unica dissonanza è quella cognitiva dei cosiddetti fotografi di moda che nulla sanno della particolarità dell'ambiente lunare. In questo video viene fatta un'accurata "perizia fotografica" sulle foto lunari e il risultato smaltisce alla grande Mazzucco e compagnia fotografi.
      https://youtu.be/4SSEHnjaW4Y

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