Dove ha inizio l'illusione...

Da qualche tempo va diffondendosi la bizzarra teoria secondo la quale la Terra non sarebbe uno sferoide in rotazione su se stesso ed orbitante attorno al sole, bensì un disco piatto ed immobile, coperto da una cupola di materiale ignoto. Il centro di questo disco sarebbe occupato dall'artico, mentre l'antartico rappresenterebbe uno smisurato anello di ghiaccio che ha la funzione di contenere le acque degli oceani.

Coloro che credono in questa teoria, i flat-earthers, sostengono che l'intera popolazione mondiale sia da sempre indottrinata da una elìte imperante che ci manipola attraverso le scuole, i mass media e, in special modo, la NASA che avrebbe il ruolo chiave di produrre finte missioni spaziali e finte immagini dello spazio. La Terra sferica sarebbe un inganno propinatoci fin da piccoli per non consentirci di conoscere la verità. Per corroborare il loro credo e per fare proseliti, da qualche tempo i flat-earthers stanno inondando internet di materiale multimediale che proverebbe, secondo quanto sostengono, la Terra piatta. Nonostante queste presunte prove siano campate in aria, riescono comunque a confondere ed a fare presa su molte persone che, per le ragioni più disparate, non sono equipaggiate con sufficienti conoscienze logico-matematiche utili a smascherare la truffa.

Sono convinto che nel movimento dei flat-earthers ci siano molte persone genuinamente convinte che la Terra sia piatta, ma risulta abbastanza evindente che a capo di questa faccenda ci sia qualcuno che ci sta lucrando.

NOVITA'!: Finalmente, un po' di restyling del blog! Adesso potrete accedere agli articoli pubblicati, attraverso la home page, semplicemente cliccando sulla icona relativa

domenica 25 dicembre 2016

2016, L'ANNO DELLA TERRA PIATTA

Un altro anno sta finendo ed uno nuovo sta per cominciare. Vogliamo, quindi, approfittarne per fare un bilancio di questo 2016 per quel che riguarda la teoria della Terra piatta. 

Quest'anno in Italia vi è stata una fortissima espansione del “fenomeno terra piatta”, come ci mostrano ad esempio i dati di Google Trends.

Basta considerare l'aumento della ricerca su google delle parole «terra piatta» per rendersene conto, che ormai viene digitato sulla barra del motore di ricerca più di 10 mila volte ogni mese

 
L'incremento non interessa però i paesi anglofoni, infatti il numero di ricerche dei termini «flat earth» è cresciuto in modo molto più contenuto, se non si considera il picco di notorietà di fine gennaio dovuto al tweet di B.o.b

 

Si è trattata probabilmente di una risposta un po' tardiva ma improvvisa di un fenomeno che in America sta crescendo costantemente da alcuni anni.

 

Effettuando il confronto con altre lingue si osserva che lo stesso è accaduto in altri paesi, in particolare in Francia e Germania
  
 

Ormai l'interesse per la Terra piatta sembra aver superato quello per altre teorie del complotto più vecchie e che iniziano un po' a stancare, come ad esempio le scie chimiche
 
 

Ciononostante, si tratta pur sempre di un argomento di nicchia, il cui interesse appare equivalente a quello nei confronti di altri temi un po' secondari.

 
 
Per esempio, anche solo le ricerche del termine «max pezzali» superano abbondantemente quelle di «terra piatta» 

 


È curioso notare che l'interesse per l'argomento in Italia non è affatto ripartito equamente: difatti la Sardegna si distingue classificandosi prima seguita con un certo distacco da Abruzzo e Liguria
Le regioni che non compaiono nel grafico in basso hanno avuto troppe poche ricerche perché Google potesse evincerne una statistica.


Chiaramente questo non è affatto uno studio statistico, ma solo qualche conclusione estrapolata dai dati di Google. 


E con questo, chiudiamo l'anno con la viva speranza che nell'anno nuovo meno gente finisca nel cadere in questa trappola della Terra Piatta (vogliamo pensare grazie anche al nostro contributo). 

 
Non ci rimane che augurarvi BUONE FESTE 

dal blog  
FLATEARTHDELUSION 

e dalla pagina FB 
LATERRAE'UNAPALLACHEGIRA







sabato 24 dicembre 2016

Moon-bounce

Uno degli elementi centrali della teoria della terra piatta è l'idea dell'estrema vicinanza del sole. I flat-earthers credono che l'esperimento di Eratostene, in realtà, non abbia misurato la circonferenza massima del globo terrestre, bensì la distanza del sole, tramite triangolazione; questo perché negano che i raggi solari possano considerarsi paralleli. 

Sulla wiki ufficiale della Flat Earth Society (https://wiki.tfes.org/Distance_to_the_Sun) possiamo trovare stime per questa distanza che vanno dai 3200 ai 4800 chilometri circa
 
 

Il semplice fatto che esistano eclissi di sole, poi, obbliga i flat-earther ad affermare che la luna sia ancora più vicina. Per la precisione, il semplicismo, diffuso negli ambienti di teorici della terra piatta, porta molti di questi ad affermare che sole e luna dovrebbero trovarsi praticamente alla stessa distanza dalla Terra, poiché appaiono delle stesse dimensioni. 

Ma davvero c'è la possibilità di supporre che la luna sia molto più vicina di quanto si può trovare scritto su un comune libro di astronomia? 

 La risposta è negativa: la reale distanza della luna dalla terra è calcolabile con un semplice esperimento, detto in inglese Moon-bounce.

Il Moon-bounce consiste nel trasmettere onde radio verso la superficie lunare con un'opportuna antenna direzionale  e misurare il tempo che passa prima che tali onde, riflesse dalla luna, tornino al mittente. Poiché la velocità delle onde radio è ben nota (in particolare è uguale alla velocità della luce = 300.000 Km/s) è possibile determinare la distanza del nostro satellite. 

 

 Considerando che il tempo che impiegano le onde ad andare e tornare è di circa 2,5 secondi, possiamo calcolare che la distanza reale tra la terra e la luna è di circa 375.000 chilometri. 

Questo valore è 100 volte maggiore rispetto a quello della tesi dei flat-earther, e confuta quindi la teoria della Terra piatta. 

Per chi si interroga sulla veridicità dell'esperienza, sottolineiamo che questo esperimento può essere eseguito anche da un semplice radioamatore ben attrezzato (senza bisogno di scomodare NASA o altri “enti ufficiali”) come vediamo per esempio in questi video che abbiamo raccolto:


Il moon-buncing è quindi un dato di fatto, la cui verifica è alla portata di chiunque sia abbastanza interessato al fenomeno da volersi dotare dell'attrezzatura necessaria per riprodurlo. 

Tra l'altro il moon-bouncing non è solamente di un esperimento fine a se stesso: 
sfruttando il rimbalzo del segnale sulla superficie lunare, diventa possibile la comunicazione tra stazioni radio anche molto lontane tra loro, con la sola condizione che la luna sia visibile in entrambe le località. 
 
 

 Si tratta delle ”attività EME” (Earth-Moon-Earth), che sono regolarmente praticate da radioamatori di tutto il mondo e che in questo modo possono aggirare il problema della curvatura terrestre (l'abbiamo già detto che la Terra non è piatta?) che ostacola le loro comunicazioni radio. 

Questo argomento è stato discusso anche sul forum della Flat Earth Society: 
Alcuni utenti del forum hanno provato a trovare obiezioni a questo argomento che salvino la teoria dall'innegabile fatto che queste onde radio impiegano un tempo cento volte maggiore (letteralmente!) per riflettersi sulla luna e tornare, rispetto a quello che ci si aspetterebbe in base alla teoria della terra piatta. 

Questi sono alcuni post sul forum suddetto dove si possono leggere alcune obiezioni a questo argomento:

Per concludere l'articolo, elencherò le uniche tre obiezioni che mi sono sembrate degne di nota, tratte dal forum. 

Obiez. 1:
Forse c'è qualche oggetto invisibile che si interpone tra noi e la luna sul quale rimbalzano le onde radio. 

Risposta: 
No. Se le onde radio rimbalzasero su un oggetto interposto tra Terra e Luna, questo oggetto si troverebbe a 375.000 km, in accordo con la misurazione. Quindi, la luna sarebbe ancora più distante e non più vicina, come sostengono i terrapiattisti.

Obiez. 2: 
Poiché la terra sta accelerando verso l'alto [nella mente del flat-earther] con un'accelerazione di 9,8 m/s², e la luna sta subendo la stessa accelerazione, la luce impiega più tempo ad avvicinarsi alla lune ed allontanarsi dalla terra. 

Risposta: 
Data l'altissima velocità delle onde radio, l'effetto di una simile accelerazione sui tempi del Moon-bounce sarebbe comunque trascurabile, e non potrebbe neanche lontanamente spiegare una differenza di due ordini di grandezza. 

Obiez. 3: 
Forse la velocità della luce nello spazio aperto è minore. [obiezione di Tom Bishop, amministratore del forum]. 

Risposta: 
È ben noto che una differente velocità della luce tra due mezzi è all'origine del fenomeno della rifrazione. 

 

Se davvero la luce fosse rallentata di cento volte prima di riflettersi sulla luna, questo causerebbe una fortissima rifrazione

Non solo, nella maggior parte dei casi, la luce non arriverebbe nemmeno! Essendovi infatti una differenza così elevata tra le due velocità di propagazione, si otterrebbe che la luce in arrivo con un angolo maggiore a mezzo grado circa, rimbalzerebbe contro l'interfaccia tra i due mezzi a causa della riflessione totale. 

Nessuno di questi fenomeni è, però, mai stato osservato e, d'altra parte, nemmeno gli stessi flat-earther sembrano essersi mai interrogati sulla questione. 

Vi è poi un ulteriore argomento che dovrebbe mettere un punto definitivo alla questione, smentendo totalmente la tesi terrapiattista secondo la quale luna e sole hanno la stessa dimensione e si trovano entrambi a poche migliaia di kilometri dalla Terra: il sun-bounce

Infatti, perché non provare a ripetere il lo stesso esperimento scegliendo però come obiettivo il sole?

Semplice: perché il sole è 200 volte più lontano rispetto alla luna, e poichè l'intensità decresce secondo il quadrato della distanza, il segnale viene indebolito di circa 40.000 volte in più rispetto al moon-bounce. Di conseguenza occorre una strumentazione molto potente [¹], al di là delle possibilità di un qualunque radioamatore. 

Sottolineiamo che se davvero luna e sole si trovassero alla stessa distanza, dovrebbe essere possibile farvi rimbalzare i segnali radio allo stesso modo. L'impossibilità di eseguire il sun-bounce con strumentazioni amatoriali ci porta a presumere che il sole si trovi molto più lontano rispetto alla luna.

A conferma di ciò, il sun-bounce è stato effettivamente eseguito ed il tempo misurato per il viaggio di andata e ritorno dei segnali radio è di circa 16 minuti [²]. 

Facendo i calcoli, il sole risulta quindi trovarsi a circa 140 milioni di km di distanza, esattamente come riporta il dato ufficiale. 

Fonti: 

[1] Gordon I. M. "Plasma Theory of Radio Echoes from the Sun and Its Implications for the Problem of the Solar Wind", Space Science Reviews, Volume 15, Issue 2-3, pp. 157-204 

[2] James J.C. "Some Observed Characteristics of Solar Radar Echoes and Their Implications", Solar Physics, Volume 12, Issue 1, pp.143-162 

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Un vivo ringraziamento a pinkhouse per questo interessantissimo articolo.

mercoledì 7 dicembre 2016

La sfericità della Luna

Gruppo astrofili di Piacenza - foto lunari  http://www.astrofilipc.it/foto/luna

 
Abbiamo già parlato diverse volte della Luna, del come rifletta la luce del sole e determini le forze di marea sugli oceani della Terra. In questo articolo affrontiamo la sua natura prettamente fisico-geometrica, confutando le svariate convinzioni dei flat-earther che la vedono piatta, una fonte luminosa autonoma o, ancora peggio, una sorta di proiezione olografica. 

 Quando osserviamo un’immagine della luna nel dettaglio, l’inconsistenza delle supposizioni di chi sostiene quanto appena detto si palesa in maniera netta.

Conoscendo la diffidenza dei flat-earther verso tutto ciò che è ufficiale, ho scelto la seguente foto, ripresa con un telescopio “amatoriale”, da un membro del gruppo astrofili di Piacenza.

 

 Guardiamola, allora, una immagine della nostra luna. 

Attraverso una minima osservazione del nostro satellite possiamo intuire la sua sfericità grazie almeno a tre indizi evidenti: 

- La raggiera, che parte dal cratere Tycho appare curvata, fa risaltare in modo piuttosto evidente la forma sferica della Luna; 

 

- Le ombre dei crateri dimostrano chiaramente che la luna è costituita da un massa sferica tridimensionale. La cosa è messa in risalto dal fatto che, quando abbiamo luna piena (o quasi, come nella foto in questione), i crateri sul bordo proiettano un'ombra più lunga rispetto ai crateri al centro, questo perché i raggi paralleli del sole arrivano molto più perpendicolari al centro della sfera determinando delle ombre più corte, mentre incidono in maniera più obliqua sulle zone periferiche, producendo ombre più lunghe. 
Se ci pensate la stessa cosa accade sulla Terra: un bastone proietta un'ombra più lunga al tramonto rispetto al mezzogiorno, a causa della diversa inclinazione dei raggi del sole.

- I crateri nelle zone centrali sono circolari, mentre quelli ai bordi appaiono deformati e quindi ellittici, a causa della sfericità. Queste evidenze non provano soltanto che la luna è effettivamente sferica, ma anche che è illuminata da una fonte esterna: il Sole. 

La Luna non brilla di luce propria. 

 


Tutto questo dovrebbe bastare ampiamente a convincere chiunque della sfericità del nostro satellite, eppure qualcuno continua a dubitare ed a proporre interpretazioni fantasiose. 

Per chiudere una volta per tutte la questione, c'è un’ulteriore prova, forse ancora più incisiva (se possibile): le LIBRAZIONI LUNARI. 

Cosa sono le librazioni lunari? Cerchiamo di capire: 

Se ogni notte, per un intero ciclo lunare, scattiamo una foto della Luna, quando questa occupa esattamente la stessa posizione nel cielo, e poi mettiamo queste foto in sequenza, facendole scorrere l’una dopo l’altra come in un filmato, otteniamo questo:


 


 
Come è possibile? Non avevamo forse detto qui che il periodo di rotazione della Luna coincide con il suo periodo di rivoluzione e che, quindi, questa ci rivolge sempre la stessa faccia?

In realtà, i moti lunari sono più articolati di come appaiono a prima vista, pertanto noi osservatori terrestri non vediamo sempre esattamente la stessa metà della Luna: In totale riusciamo a cogliere circa il 59% della superficie lunare grazie, per l’appunto, alle librazioni

Si tratta di un fenomeno complesso, che possiamo principalmente dividere in due componenti: la librazione in longitudine e la librazioni in latitudine.  

La librazione in latitudine è causata dal fatto che l'equatore della Luna è inclinato di 6°41' rispetto al piano orbitale: questo fa sì che la Luna presenti periodicamente verso la Terra uno dei suoi poli, e presenti l'altro polo quando è dal lato opposto della sua orbita. 
Questo accade perché l'asse della Luna, come quello di un grande giroscopio, punta sempre (a meno di moti secolari) verso lo stesso punto del cielo, indipendentemente dalla posizione della Luna nello spazio.
 

La librazione in latitudine è pari a +/- 6°50'. 

La librazione in longitudine, invece, è causata dal fatto che la rotazione della Luna attorno al proprio asse avviene a velocità costante, mentre la velocità orbitale attorno alla Terra cambia in virtù dell'eccentricità dell'orbita (vi ricordate? Ne avevamo parlato qui nel caso del moto di rivoluzione terrestre).
 Ricapitolando, l'orbita luna forma un'ellissi, di cui la Terra occupa uno dei due fuochi, mentre la Luna rivolge sempre la stessa faccia in direzione dell'altro fuoco! 

Come potete vedere nella gif in basso, questo ci permette di vedere porzioni diverse della Luna a seconda della sua posizione nell'orbita. La librazione in longitudine ammonta a +/- 7°54'. 



Nella gif, l'eccentricità è volutamente esagerata per illustrare meglio il fenomeno. Potete osservare meglio le proporzioni reali nella gif seguente. 


 

 
Infine, sempre a causa dell'eccentricità dell'orbita, la Luna varia la sua distanza dal nostro pianeta, cambiando di conseguenza anche la sua dimensione apparente. 

Chiaramente tutti questi fenomeni non sarebbero possibili con una Luna piatta, per quanto si lavori di immaginazione nel fornire spiegazioni fantasiose ai vari fenomeni che la coinvolgono. 

 


Per avere ulteriori informazioni sulle librazioni lunari, vi suggerisco questo utile sito   

I fenomeni reali che riguardano il nostro pianeta, il nostro satellite ed il sistema eliocentrico in generale, sono molto più interessanti delle ridicole ricostruzioni presentate nei video flat-earther e sono spiegabili in modo molto più semplice e naturale.

 ------------------------------------------------------------------------------------------------
 Articolo realizzato da Paolo M.




domenica 27 novembre 2016

Rispondi ad Eric Dubay - 2. IL MOVIMENTO DELLE STELLE

Per la seconda puntata di "Rispondi ad Eric Dubay" sulla nostra pagina facebook a questo link, abbiamo scelto i punti 19, 98, 149, 150, 151, che riassumiamo nel seguente modo: 

-  Se la Terra gira intorno al sole a 30 km/s, il quale a sua volta ruota intorno al centro della galassia a 220 km/s, e le altre stelle seguono pure loro movimenti simili, perché nel cielo osserviamo sempre le stesse costellazioni? 

- La posizione relativa delle stelle nel cielo non dovrebbe cambiare ogni notte? 

Questa volta le risposte sono state numerose: 

 Alessandro scrive: 
“Al di là dei termini un po' fantasiosi, l'obiezione di Dubay riguardante la parallasse stellare ha un fondamento - eccome se lo ha. Se non ricordo male fu una delle obiezioni mosse al primo sistema eliocentrico propriamente detto, quello ipotizzato da Aristarco di Samo, Astronomo greco del III secolo a.c., e - pare - reso modello predittivo da Seleuco di Seleucia: se la Terra si sposta lungo un'orbita, perché le stelle sono sempre allo stesso posto? 

La risposta di Aristarco era che la parallasse stellare fosse non rilevabile per motivi che oggi ci pare quasi scontati: 
1. le stelle sono enormemente lontane dalla Terra
2. la loro distanza non è minimamente paragonabile alla dimensione dell'asse dell'orbita terrestre; 
3. l'occhio umano non può percepire scarti così piccoli come quelli che devono pur verificarsi. 

Ed è proprio come disse lui, mi pare: la parallasse stellare, che Dubay nega (chissà poi perché...) è stata osservata per la prima volta nell'Ottocento - non a occhio nudo, naturalmente. (Un appunto a margine: Aristarco, se non ricordo male, fu uno dei primi a ipotizzare che le stelle fossero oggetti celesti della stessa natura del sole e che ognuna avesse il proprio gregge di pianeti. Chapeau!)” 

Giorgio scrive:
“In primo luogo, bisognerebbe avere ben presente il modo in cui la parallasse (cioè lo spostamento angolare apparente di un oggetto al variare del punto di osservazione) varia al variare della distanza tra punto di osservazione e oggetto osservato: Per grandi distanze e piccoli spostamenti, l'angolo di parallasse è direttamente proporzionale allo spostamento e inversamente proporzionale alla distanza. 
Di conseguenza, la questione della parallasse è strettamente legata alla stima della distanza stellare. Non percepiamo la parallasse (né la cogliamo con una normale macchina fotografica) perché le stelle sono troppo lontane (di per sé, è un fenomeno di cui tutti facciamo l’esperienza quando guardiamo dal finestrino di un’auto in moto: gli oggetti vicini si muovono rapidamente rispetto a noi, quelli lontani appaiono fermi, quelli lontanissimo sembrano immobili). 

 Dubay al punto 19 cita Brahe, e infatti uno degli argomenti di Brahe era basato proprio sul calcolo della parallasse. Brahe aveva stimato la distanza delle stelle per tramite delle stime del loro diametro apparente (in angoli) e del loro (ipotetico) diametro reale: il rapporto tra il raggio reale e tangente della metà dell'ampiezza apparente dà la distanza. 

Lui riteneva che l’ordine di grandezza del diametro delle stelle non fosse superiore a quello del sole, e aveva stimato che comunque le stelle più ‘grandi’ avevano la larghezza apparente di 2’: da ciò concluse che le stelle erano troppo vicine perché una parallasse come quella conseguente dal sistema copernicano fosse invisibile. Oggi sappiamo che la sua prima intuizione, quella sulla dimensione delle stelle, era sostanzialmente corretta (in effetti, il sole stesso è una stella), ma la sua stima della grandezza apparente delle stelle è errata: a scoprirlo fu Galileo, il quale misurò per primo la vera grandezza apparente di una stella, Vega, e trovò che era solo 5’’. 

Da cosa derivava l’errore di Brahe? Galileo rispose anche a questo: mentre lo scienziato pisano aveva determinato la grandezza di Vega coprendola con una cordicella di grandezza nota, Brahe, come tutti gli astronomi precedenti, misurava le dimensioni stellari senza coprire la stella, con metodi soggetti a un’illusione ottica, l’irraggiamento, che fa sì che gli oggetti illuminati su fondo buio sembrino più grandi. Questo fenomeno è visibile anche quando si osservano le fasi di luna: la parte illuminata appare di diametro maggiore di quella al buio. Grazie a questo scoperta Galileo ‘salvò’ la teoria copernicana. (Si veda tutta la bella spiegazione qui sul sito del Cicap, con foto della Luna e un’altra interessante osservazione sull’origine dell’espressione ‘magnitudine’) https://www.cicap.org/n/articolo.php?id=275775#3” 

Alessandro aggiunge per quel che riguarda il movimento della galassia: 
“Scrivo qualcosa anche sul secondo punto, che brilla di luce propria nello spettro della paranoia: «Se la Terra fosse una palla orbitante attorno ad un Sole che ruotasse attorno ad una galassia sparata dal Big Bang come afferma la NASA, sarebbe impossibile che le costellazioni rimanessero immobili» 

Non è che il sole se ne va a zonzo attorno alla galassia, come un invitato che giri attorno a una torta di compleanno che, bontà sua, rimane ferma sul tavolo: la galassia, nel suo complesso, compie un movimento di rotazione il quale interessa tutti i suoi componenti e, se non ricordo male, il tempo di una rotazione completa è stimato in circa un quarto di miliardo di anni. 

Da questo punto di vista immagino che su tempi molto lunghi il paesaggio possa cambiare notevolmente - ma quanto potrà variare per quello strumento che è l'occhio umano? O almeno questa è l'unica interpretazione che riesco a dare della sua frase riportata. Se invece Dubay sostiene che anche il resto della galassia compie questo movimento di rotazione, allora proprio non capisco da cosa ricavi la sua conclusione. 

Vorrei anche qui aggiungere qualche osservazione marginale ma che magari qualcuno troverà interessante: è molto curiosa questa insistenza riguardo alla "immutabilità" dei cieli, per lo meno di quelli più distanti del cerchio lunare. Ora, queste sono cose affermate da Aristotele e considerate vere più o meno fino all'età di Copernico, eppure fin dall'antichità si avevano prove evidenti del fatto che ciò che succede fuori dall'atmosfera terrestre non è il semplice ripetersi di ritmi e risonanze, sequenze valide da qui all'eternità. 

L'apparizione di comete che attraversavano le orbite di tutti i pianeti conosciuti, il brillare improvviso e inspiegabile di "nuove stelle" - l'esplosione di Nove e Supernove - causavano non pochi interrogativi nelle persone di scienza, interrogativi che non sempre trovavano una risposta e spesso generavano sconcerto. 

Sarei a questo proposito curioso di sentire l'opinione di Dubay a proposito del fenomeno chiamato precessione degli equinozi, che fa sì che, per esempio, nell'antichità classica non vi fosse alcuna "stella polare" conosciuta dai naviganti: vi sono testimonianze eloquenti a questo riguardo! Cosa causa questo fenomeno? la volta celeste che a intervalli regolari si dà una sgrullata?” 

Anche Gianluca scrive: 
“Ma infatti, come già citato da Alessandro, queste persone come questo Dubay a quanto pare non si rendono conto del rapporto che c'è tra l'enormità dell'universo, delle sue immense distanze, e il nostro pianeta, di conseguenza noi, e la sua misera (per modo di dire, in confronto alla vastità dell'universo) rivoluzione attorno al sole. Così come per la curvatura loro non hanno questa capacità di rapportarsi al mondo che li circonda.” 

Matteo C. ci ricorda la definizione di parsec: 
“Le stelle visibili ad occhio nudo appartengono alla nostra stessa galassia e compiono lo stesso moto del sole attorno al centro della galassia. Per quanto riguarda il moto della terra attorno al sole, questo genera un parallasse osservabile solo da strumenti molto precisi, in quanto si tratta di decimi di grado secondo anche per le stelle più vicine. Per farsi un idea basta considerare la definizione ed il valore del parsec: https://it.wikipedia.org/wiki/Parsec” 

Matteo S. sinteticamente riepiloga: 
“Cioè l'unica cosa che gira qua intorno è la terra? Se considerava che oltre alla terra e il sole sono in movimento anche tutti gli altri oggetti risparmiava 5 minuti. Che poi il diametro medio della distanza dal sole non penso sia rapportabile ad un anno luce per poter vedere un cambiamento.. e dico penso perché mi sembra logico, non sapendo niente di questo argomento” 

Direi che c'è un certo accordo e d'altronde è abbastanza logico, non a caso Aristarco ci era già arrivato duemila anni fa. 
Le stelle sono troppo lontane rispetto al movimento di rivoluzione della Terra! 

 

Per quanto l'orbita della Terra ci appaia grande, questa non è niente rispetto alla distanza delle stelle. 

Pretendere di osservare lo spostamento di Proxima Centauri dovuta alla parallassi (la stella più vicina a noi, “solo” 4 anni luce di distanza), facendo le debite proporzioni, è come pretendere di osservare una variazione nella posizione della Luna nel cielo spostandosi di due kilometri e mezzo! 
Si tratta infatti di uno spostamento di soli 0,782 secondi d'arco (un secondo d'arco è un sessantesimo di sessantesimo di grado). 
Un valore rilevabile con un buon telescopio, ma totalmente invisibile all'occhio umano. Lo spostamento di parallasse maggiore (che non dipende solo dalla distanza della stella ma anche dalla posizione) viene osservato con Proxima Centauri, ed è di 0,782 secondi d'arco (un secondo d'arco è un sessantesimo di sessantesimo di grado). Un valore rilevabile con un buon telescopio, ma totalmente invisibile all'occhio umano. 

Per quel che riguarda il moto delle stelle nella nostra galassia vale lo stesso discorso, aggiungendo giustamente il fatto che tutte le stelle partecipano a questo moto di rotazione. Ciononostante, se si ha un buon telescopio e molta pazienza, questo può essere osservato. 

Proprio a causa del fatto che l'importante per osservare lo spostamento è il moto relativo rispetto ad esse (e non la loro velocità assoluta), si ha che la stella che si muove più velocemente nel cielo non è la più vicina. Si tratta infatti della Stella di Barnard, una stella non molto luminosa (non è visibile ad occhio nudo) a 6 anni luce di distanza da noi. 
Questa stella si muove alla folle velocità di 10 secondi d'arco all'anno, abbastanza per essere rilevata con un telescopio amatoriale di qualità.



Sono molti altri i moti propri delle stelle che possono essere rilevati, utilizzando strumentazioni da astrofili: per esempio 61 Cygni, la prima stella di cui si è osservato il moto proprio: 

Immagine che mostra la variazione di posizione di 61 Cygni a distanza di un anno, realizzata da un astrofilo. Si osserva lo spostamento dovuto al moto relativo della stella rispetto a noi. Fonte: http://digilander.libero.it/A81_Observatory/4895/

Abbiamo scelto delle fotografie scattate da astrofili per ricordare, come dice Alessandro: 
“... che non è la NASA a parlare dell'ipotesi del Big Bang, né del movimento del sistema solare intorno al centro galattico, o altro. Sono gli astronomi: una gran massa di specialisti e scienziati che non sta sul libro paga della NASA, che è solo un ente aerospaziale fra tanti - prestigioso, ma di certo non è il padrone dell'esplorazione del cosmo, né il monopolista dell'osservazione del cielo.”

E aggiungerei: non solo, sono numerosissimi i semplici appassionati che realizzano queste osservazione unicamente con i propri mezzi. È però necessario avere gli strumenti adeguati, ad occhio nudo la variazione di posizione delle stelle non è visibile. 

 Oppure no? In realtà un'alternativa c'è, ma bisogna essere disposti ad aspettare moltissimo tempo, di modo che le infinitesime variazioni annuali si accumulino fino a fornire uno spostamento evidente ad occhio nudo. 

Infatti Alessandro ci ricorda: 
Certe stelle si sono visibilmente spostate rispetto alle misurazioni di Tolomeo: questo era già chiaro, se non ricordo male, nel '700: osservazioni di Halley.” 

Tolomeo è un astronomo greco vissuto nel II secolo d.c, noto sopratutto per avere scritto l'Almagesto, un trattato che raccoglieva tutte le conoscenze astronomiche dell'epoca e che restò l'opera di riferimento per più di mille anni. Esso conteneva, tra le varie cose, un catalogo con annotata la posizione precisa di più di mille stelle. 

Nel 1718, Edmund Halley, confrontando con cura le annotazioni di Tolomeo con la posizione delle stelle nel cielo, osservò che alcune di esse si erano indubbiamente spostate. 
Per esempio Arturo, in diciotto secoli, aveva percorso nel cielo una distanza di un grado, ossia circa il doppio della dimensione angolare della luna piena. 

Una differenza ben visibile, ma non sufficiente a cambiare il volto del nostro cielo: per questo ci vorrà molto più tempo, almeno centomila anni. 

 

Come al solito, può sembrare tantissimo ma in realtà si tratta di poca cosa se rapportato ai tempi del nostro universo. 

Da quando è nato, il nostro pianeta ha fatto il giro della galassia una ventina di volte e ne farà altrettanti prima di venire distrutto dal nostro Sole. 

Tempi e distanze che sfuggono alla nostra capacità di comprensione e che rendono l'universo qualcosa di alienante, al di là della misura umana. 
Allo stesso tempo sono fonte di fascino, per tantissime persone che cercano di svelare i misteri del nostro cosmo o che semplicemente si emozionano ad osservare il cielo. 

C'è poi chi rifugge da tutto ciò e preferisce costruirsi una realtà cosmologica alternativa più rassicurante, formata da un disco piatto protetto da una rassicurante cupola, vivendo in un sogno e chiamandolo risveglio. 

---------------------------------------------------------------------------------------------------------- 
Articolo di Paolo M.

sabato 19 novembre 2016

Anonymous diventa Flat-Earther?


 


Qualche giorno fa, sul web ha fatto la sua comparsa un video (https://www.youtube.com/watch?v=I3I_gK4phx8) che sembrerebbe essere stato rilasciato da Anonymous (il movimento hacker più famoso al mondo), in cui si parla di Terra piatta. 

Il filmato, come tutti quelli di Anonymous, mostra un uomo incappucciato con la maschera di Guy Fawkes che, come in un telegiornale, annuncia un comunicato importante a tutti gli “schiavi della Terra”.

In sintesi, il messaggio rilasciato è il seguente:
I governi ci mentono, la Terra è piatta, la gravità è una sciocchezza ma, stando uniti, la verità trionferà. 

Lo schierarsi apertamente a favore del movimento Flat Earth viene ribadito da alcuni elementi importanti: il globo schematizzato del vecchio simbolo è stato rimpiazzato da una immagine della Terra piatta, e la classica sigla in stile telegiornale (in cui si vedeva la Terra sferica) è stata abolita. 





La presa di posizione è forte. 

Davvero Anonymous o, perlomeno una parte di essa, è diventa flat-earther? 

Facciamo una breve indagine per scoprirlo. 

Per prima cosa, notiamo che nessun canale “ufficiale” di Anonymous sembra aver rilasciato alcun comunicato in proposito. 
Questo potrebbe non indicare nulla, dal momento che Anonymous non ha un'organizzazione centrale; Quindi il messaggio potrebbe provenire da un gruppo minoritario di flat-earther che, comunque, si associa alle idee del movimento hacker ed è in qualche modo considerato una cellula integrata di Anonymus. 
La cosa strana è che il video sembra essere apparso per la prima volta sul canale youtube ODD TV, che non si era mai occupato di Anonymous in precedenza, ma solo di Terra piatta. 

A questo punto, il sospetto che il video sia stato creato appositamente al solo scopo di attirare utenti è fortissimo.

In fondo cosa ci vuole? Bastano un cappuccio ed una maschera per inscenare un video di Anonymous. Niente di più facile.

Però, sappiamo bene che i flat-earther sono esperti nel rimontare vecchi video alterandone completamente il messaggio e ci chiediamo, quindi, se non l'abbiano fatto anche questa volta. 

Ebbene, è andata proprio così: 
In realtà, il video è stato ottenuto sostituendo l'audio di un vero messaggio di Anonymous di un anno fa, rivolto all'Ungheria (https://www.youtube.com/watch?v=5r6ddtkJBNY). 
Probabilmente, per tentare di mascherare la cosa, il colore predominante è stato cambiato dal blu al rosso, ma resta comunque evidente che si tratta dello stesso identico video

Confronto tra due fotogrammi estratti rispettivamente dal video-messaggio sulla Terra piatta (a sinistra) e da quello rivolto all'Ungheria, rilasciato un anno fa (a destra). Come si può constatare, a parte il bilanciamento del colore e la sostituzione del logo, si tratta dello stesso identico filmato.


Quindi ci troviamo di fronte all'ennesima bufala. 
Però, questa volta non si tratta del solito fraintendimento di basilari concetti fisici o la costante decontestualizzazione delle citazioni di astronauti, scienziati o politici:

In questo caso abbiamo un video totalmente rimontato al fine di perorare la causa dei flat-earthers e questa è la prova inconfutabile della disonestà di alcuni guru dell'informazione libera, che pur di farsi pubblicità e raggranellare qualche click in più, non esitano a produrre materiale falso.

Come accaduto già in precedenza con personaggi tipo "l'ingegnere" B. Mullin, o il pluricitato (a sproposito) Nikola Tesla, viene affidato il messaggio terrapiattista ad un simulacro, in questo caso Anonymus, che possa conferirgli una qualche validità a prescindere da una disamina critica dello stesso.

"Bisogna credere nella Terra Piatta perchè lo dice Anonymus".  

Un atteggiamento contraddittorio per chi afferma di rifiutare informazioni precotte provenienti da “fonti ufficiali”.

Questo mette in luce il fatto che i flat-earthers non solo sono  insicuri nelle proprie convinzioni ma, probabilmente, sanno piuttosto bene che stanno mentendo e, in questo caso, lo fanno spudoratamente senza nemmeno premunirsi di nascondere le proprie menzogne.

Infatti non solo è stato rilasciato un video-messaggio falso, ma chi lo ha fatto non si è nemmeno preso la cura di mascherare per bene la cosa, magari girando un nuovo video.

Perché questo pressapochismo?

Come spesso accade, la cosa passa totalmente inosservata agli occhi dei simpatizzanti della Terra piatta:

Nonostante il loro scetticismo sbandierato verso tutto il materiale proveniente dalle fonti ufficiali, i flat-earthers non effettuano mai nessuna operazione di verifica su quello che viene loro comunicato nei numerosi video-shock sulle “verità nascoste”. 

Solo quello che contrasta con le loro convinzioni è suscettibile a verifica (purtroppo non possiamo nemmeno considerarla scrupolosa). Il pensiero che qualcuno si stia prendendo grossolanamente gioco di loro, mostrando video sulla Terra piatta menzogneri allo scopo di incassare visualizzazioni e, soprattutto, denaro, non li sfiora minimamente. 
Alla fine, i flat-earthers stessi sono i primi a difendere chi li prende in giro, arrampicandosi sugli specchi per trovare ogni sorta di giustificazioni, quando messi di fronte all'evidenza.

Parafrasando i loro stesso slogan, vorrei inviare un messaggio a chi nonostante tutto crede ancora a tutto ciò: 

Sveglia! Questa gente vi sta prendendo in giro. Aprite gli occhi! 

--------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Articolo di Paolo M.